Uh che meraviglia! E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito. -Uno,nessuno e centomila -Luigi Pirandello

venerdì 16 ottobre 2009

Osservavo la morte silenziosa di un ape.
Sola. A miei occhi, cosi vulnerabile e finita. Andare a morire.

Oguno di noi quando muore, è solo.

Vorrei capire il cilo di ogni cosa, ed osservare il mondo dall'alto.

Vorrei sapere tutto ,e nell'insieme non vorrei sapere niente.

giovedì 8 ottobre 2009

passaggio tra i riflessi

Specchio che riflette un mondo apparente. Specchio che guarda,osserva,analizza e poi tace. Specchio che conduce. Che trapassa ogni forma di normalità e la trasforma in una pittoresca veduta distorta e soprattutto non poco casuale!!
Specchio che vive dentro ogni animo,specchio che assopito si risveglia nel momento meno opportuno.
Momentaneamente frastornata,ammaliata,disorientata.
Sono sveglia, eppure dormo,sogno.
Trapasso oceani e vedo colline, sento odori sconosciuti,e sapori mai assaggiati.
Tocco le sponde di ogni angolo del mondo,India e d’improvviso Cina, arrivo da per tutto,
con la sola forza delle dita.
Mi spingo oltre e vedendo la luna cosi vicina, mi fermo.
La voglia di prenderla e fuggire via e tanta, troppa.
E nello spazio mi rendo conto di quanto io possa essere piccola,inesistente.
L’abbandono l’adorata, e ritorno sul mio strano mondo.
Cerco una montagna, sola,fresca,pura, silenziosa. La trovo.
Resto lì,nei secoli dei secoli a guardami attraverso un riflesso.
Affacciandomi vedo ogni cosa, la gente,il rumore,la normalità, le città che sorgono, i bambini che diventano grandi ed infine vecchi. Osservo e percepisco ogni cosa.
Ma niente vede e percepisce me.
Questa veduta mia piace.
Questa “collocazione” mi piace.
Anche se so di non essere ne eterna ne superiore.
A volte solo provare ad esserlo,dona pace.

domenica 4 ottobre 2009

persa tra le parole di Coco Chanel

Zac. Il rumore delle forbici. Un frusciare sussurrato,ma deciso,lame scintillanti che fendono il tessuto,lo scindono,ne spezzano l’inerte,magnifica uniformità,come l’elica inesorabile di un battello che solca la superficie del mare. Un balsamo per me,Tagliare. La mia mano ferma,decisa,arrogante forse. La mia mano sa quello che deve fare. Sto tagliando uno splendido crèpe de chine, il mio atelier è immerso nel silenzio. Nessuna lavorante,nessuna premiére né voci conciate. Le macchine da cucire tacciono. E’ mezza notte passata,sono appena rientrata da un fine settimana in campagna ospite del duca WestMister. Mi ha invitata Eanton Hall. Magnifico. Poi ,invece di andare a casa mi sono rifugiata qui. Una luce illumina la stoffa sul tavolo,gioca con il fumo azzurrognolo della sigaretta appoggiata sul portacenere qui accanto.
Parigi dorme. Tagliare,tagliare,tagliare.
Di certo c’è un significato a tutto questo. Ho 41 anni,ma non mi sento vecchia. Si la mia vita è stata un taglio nel destino,una censura con la povertà,la solitudine.
L’abbandono dell’orfanotrofio di Aubzine. Il nero della mia malinconia e del rigore. Il grigio di quell’edificio scarno,il bianco opaco dei cieli invernali che io scrutavo dalle inferriate della camerata,in attesa del nulla, mia madre morta,mio padre e la sua bancarella persi chissà dove. Nero,bianco,grigio,sono i miei colori preferiti.
Un marchio,come il mio monogramma, le due “C” intrecciate,una dritta l’altra capovolta.
In mezzo io.

(…)

Tagliare ancora. Tagliare,si,come la volta in cui mi liberai dei miei capelli. Stavo ancora con Etienne e gli rubai un frac dall’armadio,perché non avevo abiti da sera per partecipare ad un festa.
Il fascino,credo che in definitiva stia tutto nell’ambiguità.
Nel sovrapporre,intrecciare,mescolare,il femminile con il maschile.
Una camicia bianca rigorosamente abbottonata fino al collo e voilà,gli uomini ti adorano.

L’immaginazione è più sensuale della realtà.


(parole prese da una non so quale rivista.
Sopra l'attrice che interpreta Coco in una scena del film)
Tralasciando per un attimo.
Mi unisco al dolore causato da questo evento catastrofico,accaduto nei ditorni di Messina.
Smettiamola un attimo con le polemiche, e aiutiamo dove possiamo e finche possiamo.
Dopo potremo dire ogunno la nostra.