Uh che meraviglia! E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito. -Uno,nessuno e centomila -Luigi Pirandello

giovedì 3 dicembre 2009

La spesa



"Sai di vivere una vita che è contronatura, dove un giorno è per la notte
dove la paura va scacciata via in un attimo, in un gesto attento di quell'anima un pò scura che ti
porti dentro. O forse è naturale inseguire il destino, perder l'innocenza per sentirsi bambino e dalle facce appese alle circostanze fai uun sorriso beffardo e non ti accorgi neanche"





Stanca.

(fotografa me medesima)





domenica 29 novembre 2009

interrogazione imminente (non andata benissimo)


"..l’elemento che caratterizza un buco nero è l’orizzonte degli eventi, che delimita una zona al cui interno la velocità di fuga è superiore alla velocità della luce:
questo significa che un qualsiasi oggetto che penetri dentro l’orizzonte degli eventi, non potrà più uscire, poiché secondo la teoria della relatività,nulla può superare la velocità della luce.
Per questo motivo l’orizzonte può essere considerata come una porta di sola entrata, il buco nero una specie di imbuto cosmico che risucchia ciò che gli passa vicino cancellandone le proprietà specifiche e trasformando il tutto in materia informe,proprio per questo infatti più assorbe, più il buco nero si allarga. "
(…)
Secondo alcuni astrofisici,che basano la loro ipotesi sulla teoria della relatività, i buchi neri sarebbero dei punti di collegamento tra zone molto distanti dell’universo,se non addirittura i cosi detti “universi paralleli”
Se un oggetto riuscisse a passare attraverso un buco nero si ritroverebbe in una situazione di spazio tempo completamente diversa.


Studio geografia atronomica,raccolgo dubbi
già esistenti che non passano mai.
Domande e risposte che diventano ipotesi.
La ricerca del surreale,la conferma di una possibile esistenza.

lunedì 9 novembre 2009

Vento e cenere

Vento. Vento.
Veloce,vivace,leggero e potente allo stesso tempo.
Una finestra sbatte, una tenda volteggia fra le foglie,un vaso rotola silenzioso sul davanzale di un balcone.
Vento e cenere. Etna che
dispensa eroina nera fino a me.
Sottile polverina, inebriata di terra asciutta e profumata. Foga,suoni.
Un concerto misto fra voci soprane e organi antichi.
Lì una sagoma, forte, nitida e sfogata allo stesso tempo. Una sciarpa colorata al collo,un cappotto attillato, anche se non troppo,che si oppone al principe del silenzio.
Il vento danza insieme a codesta, vive, respira, urla. Ed essa ammira estasiata.
Profumo. Dolce, amaro, stuzzicante.
Il tempo si ferma, ma la corsa continua. Foglie, macchiate di nero, alberi che volteggiano.
Un quadro che prende vita, nella mente di chi, affievolito dal vento, usa gli occhi come pennelli, dando vita a forme aggraziate. La mente mette il colore adatto, mescola, immedesima ogni cosa, rimugina sul da farsi, e alla fine, il risultato e magnifico.
Cenere e vento. Ne ho piene le tasche, la testa.
Il cuore.



[Ma tu ci sei entrato mai dentro un quadro?]
[Beh.. io praticamente ci vivo,ma infondo ci vivi anche tu]
[?]
[Impara ad utilizzare gli occhi, e capirai]

venerdì 16 ottobre 2009

Osservavo la morte silenziosa di un ape.
Sola. A miei occhi, cosi vulnerabile e finita. Andare a morire.

Oguno di noi quando muore, è solo.

Vorrei capire il cilo di ogni cosa, ed osservare il mondo dall'alto.

Vorrei sapere tutto ,e nell'insieme non vorrei sapere niente.

giovedì 8 ottobre 2009

passaggio tra i riflessi

Specchio che riflette un mondo apparente. Specchio che guarda,osserva,analizza e poi tace. Specchio che conduce. Che trapassa ogni forma di normalità e la trasforma in una pittoresca veduta distorta e soprattutto non poco casuale!!
Specchio che vive dentro ogni animo,specchio che assopito si risveglia nel momento meno opportuno.
Momentaneamente frastornata,ammaliata,disorientata.
Sono sveglia, eppure dormo,sogno.
Trapasso oceani e vedo colline, sento odori sconosciuti,e sapori mai assaggiati.
Tocco le sponde di ogni angolo del mondo,India e d’improvviso Cina, arrivo da per tutto,
con la sola forza delle dita.
Mi spingo oltre e vedendo la luna cosi vicina, mi fermo.
La voglia di prenderla e fuggire via e tanta, troppa.
E nello spazio mi rendo conto di quanto io possa essere piccola,inesistente.
L’abbandono l’adorata, e ritorno sul mio strano mondo.
Cerco una montagna, sola,fresca,pura, silenziosa. La trovo.
Resto lì,nei secoli dei secoli a guardami attraverso un riflesso.
Affacciandomi vedo ogni cosa, la gente,il rumore,la normalità, le città che sorgono, i bambini che diventano grandi ed infine vecchi. Osservo e percepisco ogni cosa.
Ma niente vede e percepisce me.
Questa veduta mia piace.
Questa “collocazione” mi piace.
Anche se so di non essere ne eterna ne superiore.
A volte solo provare ad esserlo,dona pace.

domenica 4 ottobre 2009

persa tra le parole di Coco Chanel

Zac. Il rumore delle forbici. Un frusciare sussurrato,ma deciso,lame scintillanti che fendono il tessuto,lo scindono,ne spezzano l’inerte,magnifica uniformità,come l’elica inesorabile di un battello che solca la superficie del mare. Un balsamo per me,Tagliare. La mia mano ferma,decisa,arrogante forse. La mia mano sa quello che deve fare. Sto tagliando uno splendido crèpe de chine, il mio atelier è immerso nel silenzio. Nessuna lavorante,nessuna premiére né voci conciate. Le macchine da cucire tacciono. E’ mezza notte passata,sono appena rientrata da un fine settimana in campagna ospite del duca WestMister. Mi ha invitata Eanton Hall. Magnifico. Poi ,invece di andare a casa mi sono rifugiata qui. Una luce illumina la stoffa sul tavolo,gioca con il fumo azzurrognolo della sigaretta appoggiata sul portacenere qui accanto.
Parigi dorme. Tagliare,tagliare,tagliare.
Di certo c’è un significato a tutto questo. Ho 41 anni,ma non mi sento vecchia. Si la mia vita è stata un taglio nel destino,una censura con la povertà,la solitudine.
L’abbandono dell’orfanotrofio di Aubzine. Il nero della mia malinconia e del rigore. Il grigio di quell’edificio scarno,il bianco opaco dei cieli invernali che io scrutavo dalle inferriate della camerata,in attesa del nulla, mia madre morta,mio padre e la sua bancarella persi chissà dove. Nero,bianco,grigio,sono i miei colori preferiti.
Un marchio,come il mio monogramma, le due “C” intrecciate,una dritta l’altra capovolta.
In mezzo io.

(…)

Tagliare ancora. Tagliare,si,come la volta in cui mi liberai dei miei capelli. Stavo ancora con Etienne e gli rubai un frac dall’armadio,perché non avevo abiti da sera per partecipare ad un festa.
Il fascino,credo che in definitiva stia tutto nell’ambiguità.
Nel sovrapporre,intrecciare,mescolare,il femminile con il maschile.
Una camicia bianca rigorosamente abbottonata fino al collo e voilà,gli uomini ti adorano.

L’immaginazione è più sensuale della realtà.


(parole prese da una non so quale rivista.
Sopra l'attrice che interpreta Coco in una scena del film)
Tralasciando per un attimo.
Mi unisco al dolore causato da questo evento catastrofico,accaduto nei ditorni di Messina.
Smettiamola un attimo con le polemiche, e aiutiamo dove possiamo e finche possiamo.
Dopo potremo dire ogunno la nostra.

giovedì 24 settembre 2009

pensieri accantonati

Gente monotona spenta. Ambizioni precoci in un cotesto troppo attuale. Voglia di perdersi dentro un mondo lontano da quello reale. Per poi capire di esserci sempre più legata,intrappolata.
Un sorriso,una parola,una rassicurazione.
Un pretesto,una facciata,un modo losco di vivere la vita.
Nessuno ha voglia di camminare, nessuno cerca, e nessuno alla fine trova. Rimango solo io, che le mie drastiche paranoie interne, e la pioggia che batte alla finestra ormai da una settimana.
La voglia di essere trasparente mi strapassa ogni minuto. E’ settembre.
Settembre che sa di terra,di scuola,di nuovi volti da aggiungere alla lista dei comuni,
di nuove battaglie,nuove parole e paure,che a settembre sbocciano fra l’annullamento totale.
Potessi guardare gli altri e vedere di meglio. Potessi capire miei modi di fare ed agire verso tutti gli altri,potessi capire perché la gente sa solo catalogare.
Sono una semplice pieghetta sul colletto di una camicia perfetta, quale unica parte andata a male è proprio la mia, a causa di una mano maldestra.
Però è strano.
Guardare il modo,per poi capire che alla fine è l’essere noi stessi che ci spaventa.
Tutto è privo di parole vere, e ciò ci rende assenti più di quanto già siamo.
Ma doniamo un senso a questo giro di parole e finte emozioni. Un sorriso avrai bisogno, una mano diversa dalla mia, che possa solo dire.:“E cosi che sei.. non cambiarti”

Ulteriormente schiacciata. Accantonata.


GRIDOOOOOOOOOOO!!!!!
e vorrei farlo a lung0.

(servizi fotografici di scuola.
fotografi samantha e peppe,
leggere modifiche della sotto scritta)

domenica 6 settembre 2009

scarsa(forse troppa) isparazione.


Si aspetta il freddo




E le parole verranno da se.









Se posso permettermi oggi annegherei tra il mare.
Forte e violento, sbatte alla riva,mi attende.
E tra le parole della saggia morante mi dileguo.

lunedì 31 agosto 2009

Dicerie passate,che ricordano il futuro. dicerie,che restano tali.

Piove. Il cielo è cupo,grigio. Proprio come me. Lo stereo da vita al suo concerto malinconico.
Piove. E il mio sguardo,gli fa compagnia. Piove. E non riesco a non piangere,e a credere,che la lacrime possano diventare cosi pesanti,da non poter più respirare. Piove,ma presto finirà.
E mentre il silenzio ancheggia fastidioso nella mia stanza,non faccio che pensare a quel viso,quegl’occhi,che da sempre mi hanno accompagnato. Un qualcosa,che nessuno può descrivere. E’ solo un racconto,quello che quando piove,emerge quasi silenziosamente,nitido.
Qualcosa che non dimenticherò mai,unico,raro,o forse semplicemente,per la prima volta mio.
.

.

.

.

.

.Adesso ha smesso di piovere.

martedì 25 agosto 2009

Uno strano viaggio mentale!

Posso permettermi di essere ciò che voglio essere?
E se posso,perchè la società non mi accetta per ciò che sono?
Se siamo tutti uguali davanti al mondo,perchè c'è chi vive in una casa di lusso e chi muore di fame?
Se questa vita avesse un buon senso. Se solo io l'avessi. Se l'avessimo tutti.
Ma noi non abbiamo niente,niente fuor che quei beni materiali che ci legano e ci stempiano le viscere..
per poi cosa? Per un lurido modo di vivere,chiamato "agio",
agio a poter comprare,poter usare,poter non dare senso a ciò che siamo e ciò che possiamo.
Fa caldo,ma il sole non c'è.
Si sente l'appiccicume trapelare dalle pareti e quel senso di nausea che pervade i primi mesi di gravidanza di una povera mamma. Tutto stupendamente,assurdamente normale.
Io che parlo al vento a gente impegnata a guardare i cari vecchi programmi tv che di vecchio e caro non hanno proprio niente.

Ma oggi per non dare senso a nulla,mi perdo in tutto questo.
Io (?)
Dentro un personaggio

Oggi mi sento come quella piccola creaturina dalle ali smorte. Nessun volto,solo la malinconia di essere reali,ma di non apparirlo sul serio. La vergogna di non poter ricevere, e di saper solo dare.
Il sorriso stampato in faccia,come un tatuaggio,che in realtà e solo un pretesto per non far vedere chi sei.
Voltata di spalle,appoggiata a quell’ombrellino,pronto a ripararla dalla pioggia di illusioni che l’attende.
Raffigurata in un attimo di pace,che poi di pace non ha nulla.
Io mi sento i fiore che non sboccia, un anima che ancora non riuscita a prendere fuoco.
Mi sento come quella creatura,che di piccolo ha solo le fattezze.
E che pur non vedendo il volto,riesco a percepire gli occhi cosi simili ai miei,da poter diventare una cosa sola.
Oggi non mi sento pronta a salire sul filo,della vita.
Oggi non riuscirò a rischiare per me stessa,oggi non imiterò il trapezista.
Oggi di spalle,nel silenzio,
Io resterò a guardare,ad ascoltare.


(Piccola descrizione.)
Quest’opera,viene rappresentata da Picasso nel periodo rosa,
chiamato anche per questo periodo di Arlecchino.
I circensi fungono da “metafora” assai eccezionale,
se non per dire mirata.
Eppure Picasso,decide di rappresentare la sua opera,
attraverso gli scorci di vita quotidiana,
anzi che nelle scene chiassose, di uno spettacolo del circo.
I personaggi sono alle prese con le difficoltà e e con i propri sentimenti,
che allontanati dalla vita “normale”
sono esattamente identici,anche se svariatamente lontani, ai nostri.
Proprio da questo punto di vista,si nota ,
il vero volto strappato da una maschera di lustrini,
associato ad una carriera mistica,come quella circense.
Unificata dalle fattezze della vita e le sue difficoltà ,
che non cambiano a secondo del modo in cui vivi,
o in cui rappresenti il tuo vivere.


(I giocolieri di Pablo Picasso,Grazie.)

mercoledì 19 agosto 2009

discussioni (fra le parole di alcuni)

Se potessi oggi,affogherei dentro un mare di situazioni che come un canto stonato, risuonano nella mia mente. Se potessi oggi,diventerei trasparente come l’acqua,scivolando incurante delle circostanze.
Se potessi,forse non lo scriverei adesso.
"Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno..."
Ma io non li vedo,non li sento, non preciso nessuno rumore.
Io non mi sento viva,io forse non sono io.
Io non so,io non devo,io, cosa sarò io?

"C'è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo."
Ed il mio si svuota-
Un piccolo pozzo senza fondo,che mi piomba davanti senza capirne il motivo.
Che poi infondo,sono un intero punto di domanda,un movimento,un ricordo passato.
Sono io,che di tempo ho da regalarne ma che pertanto,non basta nemmeno per me..

"Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà."
Neanche io! Portami via!
Cos’è la morte? Svegliarsi un giorno e non trovare niente,semplicemente non svegliarsi mai!
Ne ho paura!Troppa! L’unica grande paura perversa,e quella di non essere già quanto io non sia!

“Amo la pioggia, lava via le memorie dai marciapiedi della vita."
E trascorre fra le vie della città,nella sua leggerezza,e si trasforma in aria,per ritornare acqua.
Chi non la ama?. Potesse piovere ogni giorno. Potessi nutrirmi d’essa,forse adesso non starei cosi male..
Un bicchiere d’acqua fredda,e un arguta discussione fra grandi. Mi ci voleva proprio.
Le domande restano,ma infondo non se andranno mai.


(dialogando con Charles Baudelaire -Rosso- e Woody Allen-Blu-)
(la mia manina,poco fotogenica,mi accompagna)

lunedì 17 agosto 2009

In ascolto


E sono luci che inebriano la mente.
Ticchettii,accompagnati da silenzi sordi,
che risuonano,troppi stanchi per essere ascoltati.
Di quel momento,
io ricordo solo il cielo,e quelle nuvole attaccatesi,
quasi distrattamente.
La gente,
che correndo si perdeva fra le rime,
e il mondo che continuva a girare,
troppo stanco per pensare a se stesso.

Ed io?
Io dov’ero?
Quando la montagna decise di crollare,
io dov’ero?
Quando il mare decise di prosciugarsi,
io dov’ero?
Quando il vento decise di tacere,
io dov’ero?

Io?
Io stavo a guardare.
Io crollavo.
Io mi prosciugavo.
Io tacevo.


Non ero farse io?
Forse.




Eppure,la gente continuava a correre,
con gli occhi stanchi rivolti chissà dove,
non si accorgeva di niente,
perché infondo,
cosa ero io,
se non un comunissimo e banalissimo essere umano?
Sarebbe stato troppo,
anche per loro.



Ma adesso, ho continuato a scorrere anche io,
come un ruscello,
che pur non avendo senso,
continua a la sua corsa per l’eternità.




(In una crisi isterica)

giovedì 13 agosto 2009

Interagendo con il mondo (!!!!!!)

Mi rendo conto che più andiamo avanti e più la quotidianità e le nostre traduzioni subdole, si appropriano di noi stessi e della nostra vita. Mi soffermo il più delle volte, a fare analisi generiche sul mio modo di vedere le cose,e per certi versi forse tendo a limitarmi, anche perché sono io stessa a mettere i paletti dentro una situazione, essendo la mia mente messa a giudizio.
E cosi ho pensato perché non provare ad analizzare la mente di un caro italiano medio?
I suoi obbiettivi,le sue delusioni,la società che parte da lui e ci completa con un altro allo stesso modo.
Ma che dico stesso,identico è la parola giusta.
Perché siamo troppo catalogati,troppo stampati,impacchettati e spediti a fare le stesse cose,a vivere le stesse emozioni (saranno vere?),a credere di avere tutto quando in realtà non abbiamo niente.
Gli obbiettivi principali comuni quasi a tutti sono :

-Un lavoro stabile (attenzione, non che piace ,ma solo stabile)
-Una famiglia salda (che infondo ci può anche stare)
-Il mutuo da pagare alla banca e la seconda casa(troppo comune? Ma per certi versi giusto)
-Forse un figlio e se proprio devo due (evvai perché noi siamo nati dalle uova!)
-La barca e la macchina nuova (e chi potrebbe vivere senza)
-L’amante (perché noi viviamo dentro un telefilm chiamato “vita”)
-la pensione assicurata (perché è giusto dormire sonni tranquilli)

In pratica parlano da soli,poi sono ad interpretazione personale.
Andando più affondo,attraverso varie fasi della giornata e parole dello stesso,possiamo interagire attraverso un pensiero (in)esistente che tartassa la sua mente con lo stimolo sempre più potente è prontamente ripetitivo giorno per giorno.
“La società è cosi. Tu devi essere cosi. Se no,non vivi bene. Se dici no alla società,sei un pazzo,e se ti lamenti anche, perché lei ci da ogni cosa”
Adesso non vorrei essere frivola,ma cosa dovrebbe darci la società? A noi? Il lavoro? Lo impartiamo noi stessi miei cari,noi stessi lavoriamo per noi,e il messaggio che ci viene posto è proprio quello di essere al disotto… ma dove sta la benedetta democrazia? E soprattutto,io cosa me ne faccio della frase “il mondo è bello perché è vario” .
Il mondo non è mai stato bello,forse al tempo dei dinosauri quando non c’erano persone più meschine di noi uomini. E la “varietà” dov’è che io non la vedo?
Siamo costretti a vivere dentro un sistema che piano piano ci capovolgerà tutti.
E noi saremo troppo presi,dalla nostra vita che intanto ha perso quel poco di buon senso che aveva.

Perché tutto questo?
Ancora delusa dai nostri media che senza “volerlo” ci uccidono.
Con canoni,obblighi, ci trasformeranno in fantocci privi di significato.

lunedì 10 agosto 2009

parole,sensazioni,immagini,pensieri in musica,capovolgo il mondo!

Sta notte ho fatto un sogno. Uno di quei sogni,che sanno di terra bagnata. Un sogno che ti da tutto,ma di cui il giorno dopo non ricordi niente. La mia vita continua a scorrere.
Ho l’impressione di percorrere un corridoio infinito da cui non riesco a divincolarmi da un po’.
Le stesse pareti,le stesse facce,le stesse azioni e disattenzioni,. rimescolate dentro un quotidianità banale. Mi divincolo fra state e paesaggi,che rivedo ogni giorno,e non riesco a respirare. Forse non sto bene dove sto,o forse il muro che ho tirato davanti cresce giorno per giorno e mi isola da tutto. Riesco a solo a pormi domande,senza avere mai risposte ben precise. E i luoghi,le amicizie,i sentimenti più forti o più deboli,le persone che non cambiano mai,ed io che invece mi rivoluzione giorno per giorno. La tentazione di crollare,di addormentarmi di non avere senso,ancor più di quanto già io non abbia mi pervade troppo spesso, mi uccide,mi disintegra,mi rende impercettibile a chiunque. E non ne capisco il motivo. Mi sento tanto un eremita ma al centro della terra.
Un ruscello in mezzo al deserto. Una piantina in mezzo ad immense querce.
Sono incapace,di velocizzare il tempo,incapace di godermi questi giorni vuoti.
Forse soltanto incapace.



Ed in mente,tutto questo.


Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Del sole di mezzanotte dove sgorgano le fonti di acqua calda
Il Martello degli Dei guiderà le nostre navi
Verso nuove terre per combattere le orde
Cantando e piangendo: "Valhalla sto arrivando"

Avanziamo contro vento
Il nostro obbiettivo è la costa occidentale

Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Del sole di mezzanotte dove sgorgano le fonti di acqua calda
Con quanta delicatezza i vostri campi così verdi
Possono sussurrare storie di sangue, di come abbiamo sedato
Le ondate di guerra.
Noi siamo i vostri padroni

Avanziamo contro vento
Il nostro obbiettivo è la costa occidentale

Così ora dovreste fermarvi e ricostruire le vostre rovine
Perchè la pace e la verità
possano vincere oltre il giorno
Della vostra sconfitta



Non so perchè ma l'accostamento mi piaceva.

Immagrant Song e Donna allo specchio.
Led zeppelin e Picasso

giovedì 6 agosto 2009

Attraverso momenti.

Sono estasiata,turbata,affascinata,quasi completamente sgominata dalla magia che mi ha travolto pochi istanti fa. Era da una vita che non vedevo saggi di danza,e mai,mi sono rimasti in testa come questo.
Mi sono sentita al centro della scena,pur essendo fra gli spettatori,catturata da posizioni,di braccia,gambe,che si intrecciavano per dar vita a forme graziate.
Pinocchio.
Che incanto sublime, che per pochi istanti ho visto.
Una scena particolare è state quella dei burattini. Intrigati,fra falsi fili,che si rimescolavano alla realtà,inebriati da troppi pensieri che pesavano quanto l'aria di prima mattina. L'intesa fra le tre danzatrici,lineari,sottili e accompagnate da una melodia,che mi rimasta nel cuore.
Yann Tiersen ,che uomo e che dote. !!!!!
E sapete, mi sono sentita io,veramente io.
Lì mi sono vista fra quei burattini,fra le mani di Amelie,che mi osservava con il suo splendido sorriso, e mi sussurrava che anche avrei spezzato i fili. Proprio come pinocchio.

Ho sognato la danza,fin da bambina,ma mai ho potuto dare vita a questo sogno.







Forse non si capisce niente,ma infondo va bene cosi.


[E sento ancora le fisarmoniche.]

mercoledì 5 agosto 2009

(Pre)Concetti

"Libertà di qua,libertà di la. Ci si riempiono la bocca.
Ma che diavolo te ne fai della liberatà se non hai una lira,un lavoro eppure hai tutta libertà del mondo, ma non sai cosa fartene. Parti? E dove vai? con chi va?
I barboni sono i più liberi del mondo,e muoiono congelati sulle panchine dei parchi.
La libertà è una parola che serve solo a fottere la gente.
Sai quanti stronzi sono morti per la libertà,e non sapevo neanche cos'era?"

(Come Dio comanda,Nicolò Ammaniti)


-Che cos’è la libertà?
E’ una tensione che attraversa tutti i viventi della e nella Natura e che li spinge a rimuovere tutti gli ostacoli fra sé stessi e le loro possibilità di espansione e dilatazione nell’oggettività nella quale vivono.

( Parole di Ratzinger_)


DUBBIO

-Qual'è la più giusta fra le due?


_Ma sapete nella vita,nessuno è mai realmente libero.
Io so solo questo.

martedì 4 agosto 2009

Fuor che dubbi.

E sono momenti.
Sono quei momenti che infondo porterai con te,ma che farai in modo non risorgano mai,da dove li hai accuratamente nascosti.
Ieri guardavo due bambini che si tenevano per mano,invidiavo,la sensibilità,la purezza,l’innocenza, di quei due pargoli,che come scopo nella loro vita, hanno solo il gioco.
Per un momento mi sono sentita persa e folle di rabbia,verso quell’incoscienza e quelle teste libere dai pensieri che invece a me, fanno annegare giorno per giorno.
E vorrei tornare ancora un volta indietro. Se solo si potesse,se solo fosse consono.

Ma forse rivivere ogni particolare,mi farebbe solo del male,per certi versi mi ucciderebbe.
Ma io mi chiedo cosa a questo mondo non ti uccide? Miseriaccia,noi moriamo ogni giorno, per paura,per potere,per superbia. Eppure ritorniamo in vita il giorno dopo,per poi morire di nuovo!
Non è forse una contraddizione la nostra esistenza?
Ho bisogno di respirare,non mi starò soffermando troppo? O forse troppo poco?



Fatto sta,che il tempo non si ferma,fatto sta che oggi mi tocca morire,e domani rinascere di nuovo.
Al quanto non curante,del senso delle cose..

sabato 1 agosto 2009

Analizzando l'incoscio (?)

Cos'è tutto questo fracasso??? Questa insistenza fra le stanze di un ricordo,che sa di mare,di neve,di freddo e caldo messi insieme. Che sa, di qualcosa d'insensato,amato,recuperato,buttato,sognato.
Che sa di vita,che poi vita non è. Che è a colori,ma intorno è frastagliato di nero. Che sa dare forze con la propria debolezza.
Che sa rendere viva quella follia che tutti sanno di possedere,che conservano come un trofeo.
A cosa porta tutto questo miscuglio di parole,messe in ordine in base a pensieri al quanto subdoli e tratteggiati??

Voglio. Credo. Sono.

Io voglio,che il mondo possa fermare adesso la sua corsa per osservare fino infondo chi lo sta seguendo.
Io voglio poter dire di essere felice,ma esserlo davvero,non solo perchè è il periodo della felicità.
Io voglio,poter volere ciò che mio non è mai stato,ciò che mio mai sarà,ciò che più di tutto amo.

Io credo, che l'uomo sappia essere sincero anche nella sua immensa commedia di vita.
Io credo,che qualcuno adesso ci guarda,ci osserva,ci ama.
Io credo,che credere non porta niente,ma che infondo è il principio di ogni cosa.

Io sono,lunaticamente contorta,sbagliata,non accettata.
Io sono,una figura reale,che sa di potere e di volere,ma preferisce aspettare il tempo.
Io sono,e forse neanche io so cosa,ma nonostante il dilemma non mi fermo.

Contrariata,da me stessa ,dai miei pensieri al quanto banali,all'apparenza,ma infondo troppi vogliosi di risposte che ancora non ho. Che infondo non voglio,che infondo già so.
Cosa succederebbe se io scoprissi di non volere,di non credere,di non essere?

Non sarei più io,non sarei più quello che sto disperatamente cercando.

(Contraddittoria sempre,distrattamente insensata. Complicata?)

venerdì 31 luglio 2009

Seconda stella a destra!!!!!!!!! (?)

Era notte. Una di quelle notti,con l’afa fino alla gola e il sudiciume in ogni parte del corpo.
L’unica cosa che ricordo è il cuscino umido per colpa del sudore e l’appiccicume delle lenzuola fra i piedi. L’unica cosa che mi veniva in mente era Peter pan,e quella famosa isola di cui non ricordavo il nome.
Invidiavo lui come non mai,e tutte le notti mi tormentava il pensiero di un posto in cui tutto sarebbe stato bello e neanche il tempo,avrebbe cancellato la perfetta visione,che si sa,si fa spesso da bambini.
Immaginavo il maestoso vascello pirata,ricco di ori,e intricati passaggi,sorvegliato da pirati rozzi, dalla muscolatura accentuata, ma accompagnati da un odore nauseante.
E poi beh,immaginavo lui.
Il possente,il re dei mari,il capitano. Alto coraggioso,furbo,audace,cattivo,glaciale e magnificamente folle.
La persona che tutti temevano,io compresa,che mi intravedevo come un povera bimba sperduta,ma pur sempre audace e coraggiosa,che spesso aveva perso contro quel mostro d’ingegno d’uncino.
E dopo i fracassi,gli squali,e le sirene mangia bambini,arrivava sempre lui
Peter Pan. Il ragazzo che volava senza aver bisogno della ali,accompagnato da una superba bionda,chiamata trilli alta più o meno 12 cm.. Polvere di fata,duelli all’ultima lama,salvataggi stentati,fino ad arrivare all’assopimento,e quindi al vero succo della mia avventura.
L’invidia più profonda,verso quella maledettissima polvere! La bionda seduttrice che tutti chiamavano fatina,imbottigliata e messa in una orrenda sacca sudicia,trovata per sbaglio sull’isola..
L’amore più umile e sbagliato verso quel ragazzo che di crescere proprio non ne voleva sapere.
Un tutt’uno d’emozioni che si ripercuotevano,soltanto immaginandole,con una forza talmente esplosiva da far sentire anche ai sordi!E la mia vita volevo viverla la,in quell’isola maledettamente affascinante.
Ma solo quando,al mattino, aprivo gli occhi,mi rendevo conto io,non ci sarei arrivata mai.
L’aveva detto lui. Peter sapeva che io ero fatta per diventare grande.
Sono io che ancora non ho saputo accettarlo.
Io che spero ancora di poter intraprendere il cammino della seconda stella a destra.

(Fotografia fatta in sila,dalla medesima)

martedì 21 luglio 2009

Io che so. Io che devo. Io che infondo non capisco niente (?)

Sintassi di noi stessi. Semplicmente aperture mentali che si ripercuotono su di noi,quasi affettandoci,deviandoci. Siamo dentro situzioni di vita quotidiana cosi altamente banali, da far venire i brividi al mondo. Non ci redniamo conto di cosa c'è, cosa ci può essere e cosa non ci sarà mai. Praticamente ci ritroviamo dentro un pozzo infinito di ridicolicità,e va bene cosi, infonodo il peso delle apperenze non pesa, non da disgusto alla gente, ne impaccio.
E li non si muove,non parla,ma con il passare del tempo prende più spazio.

E me ne vergogno quasi, di non saper dare vera importanza alle cose. Di non saper valutare i problemi,di saper cosa è giusto e cosa non lo è, ma continuare a sbagliare per il gusto di farlo.
E l'unico nome che so dare a tutto questo e superficialità. Perchè è qui che sta la base dell'esistenza di oggi. Con questi canoni riusciamo a sopravvivare,ovvero senza averne.
Solo modi di fare,che ti riproiettano dentro una vita,che in realtà, non è mai esistita. La tua.

giovedì 2 luglio 2009

Mio caro e vecchio mondo,taci !!!Parli troppo!!! (?)

Stanca. Sazia. Sobria. Seriosa. Scura. Sinuosa. Silenziosa.


Cosa succede al mondo che verrà? cos'è tutto questo appiglio di emozioni troppo caotiche per i mieI gusti? Che vita disgraziatamente scorretta,priva,che indole feroce risuona su di essa!


La mia serata inizia qui. Con un bicchiere di te freddo con ghiaccio dentro.
Con gli occhi inabbisati,fra un libro e lo schermo.
Con poca chiarezza nella mente,e nell'anima.
E poi il mondo. Che girà,che decide di non fermarsi mai.
La gente che scorre fra le strade,senza meta.
Il vento che inesistentemente sposta le foglie davanti a gli occhi chiusi degli uomoni.
La volontà di voler essere diversi, il ritmo contrastante di una vita ricca di novità.
La monotia deviata dalla normalità.

Ma il mondo continua a girare ancora,non si ferma,non ascolta,non vede,non parla.

Va avanti. Sempre e per sempre.
Come una catena che non ha la capicità di spezzarsi e dura fino all'infinito.
Che mondo sbdolo,invidioso,poco materialista,che abbiamo.




Di poche parole sta sera. E ancora peggio,perfino indefinite.