Uh che meraviglia! E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito. -Uno,nessuno e centomila -Luigi Pirandello

sabato 20 novembre 2010

La posta per me stessa.

Cara me,

So che ultimamente non te la passi troppo bene. Beh,pensavi che una volta passato il periodo boh tutto si sarebbe sistemato, in realtà sappiamo entrambe che ogni cosa va a catafascio.
Sono diciassette anni di disgrazie e sgomitate qua e là,ma infondo cara, non puoi mica abbatterti per cosi poco, si tratta della tua vita, del tuo futuro, non è cosi male lasciare scorrere il tutto.
Il non pensare ti aiuta a non soffrire, il non soffrire ti rende apatica, l'apatia ti atrofizza.
Insomma, il paradiso dei sensi. Lo so, mi prenderai per matta cara me, ma infondo anche questa parte ti piace,per quanto sbagliata e poco non oggettiva possa essere.
Ti do un consiglio, annullati, tanto lo stai già facendo di tuo. Il mondo t'ingloberà, e quella parte di me che tanto ti appartiene scomparirà cosi in fretta,da non darti nemmeno il tempo di accorgertene. .
Sei una malata per la società,quindi smettila di pensare a me e a tutte quelle "fandonie" di cui ti ho riempito per anni.
Respira aria malata, appiattisci la tua esistenza,dimentica la cultura e il monologo del mondo. Tanto non lo cambierai. Hai la voce possente e provocatrice,ma questa un giorno smetterà di esistere,come tutto il resto. Non essere la te che sei,sii la te che il mondo vuole. Bella che vuota, Vera che finta.
Non essere me,perché sarai infelice.

Infelice si,ma sincera.
Reale.

domenica 22 agosto 2010

L'estate lascia l'amaro in bocca

Il vento, con la sua voce, trama di nascosto
ma non sa darsi pace.
Urla feroce, travolge, sconfigge, tramuta, annulla.
Non resta che l’essenziale.
L’essenziale degl'occhi che sanno ancora vedere,
dove il nulla avanza,
la speranza si abbandona,
il caldo degrada.
Degl'occhi che hanno smesso di piangere,
e hanno deciso di guarda in faccia il mondo e dirgli si.
Si, tutto va male.
Si, siamo tristi e senza motivazione.
Si, siamo stupidi e bambini anche se ormai cresciuti.
Si, abbiamo voglia di guardare ancora spazi infiniti
anche se non vediamo troppo bene.
Inventiamo.
Creiamo.
Esseer poi uno spiraglio di luce, un attimo fugace.
Essere anche quando non si è o si è già stati.
Ricominciare ancora, ancora, ancora e ancora.

domenica 18 luglio 2010

Stazione.

Sono drasticamente incensurata.
Denutrita d’emozioni,affogata in sensazioni.Semplicemente io, in un estate afosa,ricca di ma e perché. Ricca semplicemente di niente, quel niente che ogni anno diventa più grande. Passa tutto e troppo in fretta, e quello che non doveva passare mai è già fuggito.
Ricordo un viso definito,presuntuoso, uno sguardo attento e riparato. Ricordo un paio di converse strappate,cucite e ricucite,e quei jeans sempre uguali. Ricordo figure e traffico, discussioni,parole e risate,ricordo un mondo nuovo, di cui non ho mai fatto parte. Occhiali da sole,libro in mano,zaino in spalla. Osservare l’inosservabile e trovarmi dentro qualcosa,ancora prima di vederla sul serio.
Ricordo capelli rossi, e macchie persistenti, ricordo sorrisi e gesti particolari, ricordo libri,opere,e pittori, che a quell’epoca nemmeno conoscevo. Calze luminose,accessori stravaganti, assoluta serietà,invidiata spensieratezza.
Ricordo occhi dolci,e ricci biondi. Parole vecchie,rimescolate con le nuove, ricordo mani, impregnate dell’odore di una malboro rossa. Racconti,situazioni,punti di vista,e lunghe sciarpe colorate.
Ricordo una chitarra,che ancora suona. Anche se non più come una volta. Ricordo melodie,e battute poco esilaranti,ricordo cappotti troppo grandi e ombrelli ancor di più.
Ricordo il bello, il vago,quello che ancora oggi fa parte di me,senza averlo vissuto poi davvero.
Ricordo un foglio, un mp3 e un paio di occhiali intenti ad osservare quel mondo che adesso si è un po’ spostato.
Ricordo me,ricordo voi. Ricordo.
Oggi avevo terribilmente voglia di ricordare.
(è Depp sia.)

sabato 5 giugno 2010

Signora Aquilone,racconta di me,di noi,di tutto,di niente.

C'era una donna, l'unica che ho avuto, aveva i seni piccoli e il cuore muto, nè in cielo, nè in terra, una casa possedeva, sotto un albero verde dolcemente viveva, sotto un albero verde dolcemente viveva.
Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento, un vecchio aquilone la portava nel vento e lei lo seguiva senza fare domande perchè il vento era amico e il cielo era grande, perchè il vento era amico ed il cielo era grande. Io le dissi ridendo "Ma Signora Aquilone non le sembra un pò idiota questa sua occupazione?". Lei mi prese la mano e mi disse "Chissà, forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà, forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà". E così me ne andai che ero un poco più saggio con tre soldi di dubbio e due di coraggio e incontrai un ubriacone travestito da santo che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto. E mi feci vicino e gli chiesi perdono ma volevo sapere se il suo pianto era buono. Lui mi disse "Fratello, è antico come Dio, ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io, ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io". E prima che le stelle diventassero lacrime e prima che le lacrime diventassero stelle ho scritto canzoni per tutti i dolori e forse questa qui non è delle migliori, e forse questa qui non è delle migliori.
-
Oggi ci sentiamo più saggi,più reali del solito. Ci sentiamo io e la mia anima, è sentirsi non è proprio da tutti.
Tempo di studio affannoso,di stress,d'impegni improvvisi. E poi quella voglia di fare altro,di pensare ad altro,ci guardare oltre, perchè altro mi ha già stancato. Di non scrivere troppo,ma nemmeno troppo poco, di tracciare ancora linee,in qualsiasi momento e in qualsiasi posto si possa essere. Inizia l'estate, ed io spero solo di poter iniziare un' altra me,una di quelle che ho sepolto sotto i pensieri striduli,una che valga più di quanto possa valere questo corpo,cosi pieno esteriormente,ma cosi trasparente dentro. Oggi andrà bene cosi,domani non sarà abbastanza.
-Mi sono svegliata con De Gregori in testa, un piacevole tormento.Il testo (sopra) infatti è proprio suo.Invito ad ascoltarla,ma soprattutto a leggerla. A fissarla bene.Non impegnatevi troppo a capirne il senso o a memorizzarne il ritmo, semplicemente sentitela, vi servirà. Parole cosi piene servono,più di una volta.-


-La fotografia bellissima,trovata oggi è:
With Face Hidden (2009)
rifacimento di "Frontal Seated Female,
with Face Hidden", Gustav Klimt - 1908

venerdì 7 maggio 2010

Ci sentiamo immensi, in una bolla di sapone.. ma sempre troppo piccoli nell'abisso di oceano

Almeno ci sentiamo.
Anche se spesso facciamo finta, di esser sordi di noi stessi, infondo lo sappiamo che tutto ciò che abbiamo ci verrà negato e poi di nuovo regalato.
Intraprendendo un viaggio che,sta scorrendo ancora prima d'iniziare, un viaggio tuo,mio,suo,loro.
Un viaggio che vorrei,che direi, un viaggio per me e per te.
Oggi,come sempre,le parole non hanno senso,quindi inutile capire, apprezza e basta.
Altro non so che dire.

"Non sai cos’hai, cosa vuoi, cosa vale
E non sai e non sai cosa è finto o reale
Ti nascondi oramai, spiegazione banale
Mi spaventi e lo sai, illusione mortale "

E se ci pensi, non è cosi scontato come sembra e anche peggio.
Ma infondo va bene cosi.


Parte del Testo dei Prozac + -Dove sei-

(Foto fatta da me)

mercoledì 17 marzo 2010

Improvvisatori d'interpretazioni.

Ci crediamo sazi,ma non lo siamo mai abbastanza. Non imponiamo a nessuno la nostra presenza, ma il più delle volte mettiamo in discussione quella degli altri.
Siamo, eppure siamo poco, ancora per poco, continuiamo ad essere poco.
Vomitiamo sensazioni senza mai renderci veramente pronti a riempirci di nuovo.
E da qui,partono le parole senza senso. La voglia di parlare e riempire spazi troppo vuoti, la fatica di credere,crescere,e ritrovarsi peggiori.
Recitando una parte,troppo apparente,credonsi presenti in un futuro troppe volte scontatamente privo di basi reali.
E’ basta fare le persone vere, basta credere e crescere ancora sperando di essere migliore.
Ci si rende ridicoli ogni giorno che passa,ogni minuto che si attende quell’attimo perfetto che troppe volte non arriva.
Oggi voglio essere reale,in una finzione che ci appartiene troppo, oggi voglio essere giù di morale,perché il sorriso che porto troppe volte mi pesa.
Oggi la giornata è andata male,o forse troppo bene,ancora devo definirlo.
Non lo so, non so nemmeno cosa scrivo,non so nemmeno, se può essere uno sfogo.
L’unica cosa certa,che la ruota gira,e non si fermerà certo per ascoltare i dubbi di una strana adolescente.

Che infondo ancora ci spera a trovare un punto di vista migliore.

sabato 13 marzo 2010

Infondo succede spesso.

Non si può essere seri a diciassette anni.
Una sera al diavolo birra e limonate
E i chiassosi caffè dalle luci splendenti!
Te ne vai sotto i verdi tigli del viale.
Come profumano i tigli nelle serate di giugno!
L'aria talvolta è così dolce che chiudi gli occhi;
Il vento è pieno di suoni – la città non lontana –
E profuma di vigna e di birra...

Ed ecco che si scorge un piccolo brandello
D'azzurro scuro, incorniciato da un piccolo ramo,
Punteggiato da una cattiva stella, che si fonde
Con dolci brividi, piccola e tutta bianca...
Notte di giugno! Diciassette anni! Ti lasci inebriare.
La linfa è uno champagne che ti sale alla testa...
Si vaneggia; e ti senti alle labbra un bacio
Che palpita come una bestiolina...

Il cuore, folle Robinson nei romanzi,
Quando, nel chiarore di un pallido fanale,
Passa una signorina dall'aria incantevole,
All'ombra del terrificante colletto paterno...
E siccome ti trova immensamente ingenuo
Trotterellando nei suoi stivaletti,
Si volta, lesta, con movimento vivace...
E sulle tue labbra muoiono le cavatine

E sei innamorato. Preso fino al mese d'agosto.
Sei innamorato. I tuoi sonetti la fan ridere.
Gli amici se ne vanno. Sei di pessimo gusto.
Poi l'adorata una sera si è degnata di scrivere...!
Quella sera... torni ai caffè splendenti,
Ordini birra o limonata...
Non si può essere seri a diciassette anni
Quando i tigli sono verdi lungo il viale.



-Il Romanzo
- Arthur Rimbaud

domenica 7 marzo 2010

Ma cosa posso saperne io.

Troppe volte mi trovo a pensare cosa sarebbe la mia vita se il mondo girasse al contrario. Se le emozioni si sciogliessero al sole come neve,e il dolere beh, il dolore fosse sole una brutta parola isolata qua e là, nella mente di un viaggiatore.

-
Camminare,correre,trasportare ancora qualcosa,credere che nel nulla ci possa essere tutto, e nel tutto,troppi frammenti di niente. Comincia a disegnare lei,costruisce muri di carta,per isolare quel brutto mondo, che infondo le appartiene un po’ troppo.
Dà colore ai fiori grigi,rimette su, le teste staccate dal tempo,dà ai pazzi il proprio riscatto nell’essere assurdamente geniali. Su, che si disegna!
Notte e giorno, è lei l’artefice di questo mondo sempre più,isolato,staccato,intricato.
Palazzi a testa in giù,alberi sopra le macchine,che trasportano rumori,gente che ride e racconta di fiabe,pistole che svolazzano di qua e di là,sgorgando acqua colorata, e bambini, bambini che giocano, che imparano a correre, solo con la forza del pensiero, che parlano, senza parlare, che scorrono come fiumi, che amano e si fanno amare.
Il suo mondo prende forma sempre di più,ci si butta dentro, affogando in balia di onde fatte di niente. Fuori soltanto il grigio,che a poco a poco, inquina anche lì dentro.
“Buona notte mondo mio a domani.”
Ma quel domani non sarà,e mentre minuti accompagnati da anni passeranno,quel castello di carta verrà dimenticato rintanato nella polvere, ormai accumulatisi nel tempo.
La carta aspetta,eppure lei è troppo occupata a crescere,a convivere con quel mondo che tanto odiava, inghiottita e cambiata, al tal punto di dimenticare di aver dato vita a qualcosa, di aver disegnato, di aver inciso,colorato, immaginato.
Anima trasformata in fantasia.
Si sgretola.



Di ritorno quindi,quel tutto riempito di nulla.

lunedì 22 febbraio 2010

riflessioni sull' amore.


<...Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante".>

"Cerchiamo l'amore e li comincia la nostra corsa.
Troviamo un modello, e lo rincorriamo per tutta la vita,senza renderci conto che in verità,la felicità che cerchiamo cresce dentro di noi,e si assembla con quello che ci circonda.
E proprio lì in quella percezione di tempo sprecato,
ci accorgiamo che tutto quello che cerchiamo disperatamente era accanto a noi.
I castelli di sabbia che avevano costituito in veste di una "vita migliore",sarebbero caduti da li a poco."

La divina commedia-Inferno- Canto V- Compito d'italiano. Il cappellaio s'interroga.


(Dante racconta, io rifletto.
Parole mie,mie,mie,mie. Sempre mie.
Solo mie!)

giovedì 18 febbraio 2010

Alter ego


Salve a te.

Stavo costruendo un castello di sabbia,in quel giorno d’agosto in cui face la neve.
Alzando la testa. il caldo afoso ed il sudore perforante, giù hai piedi il gelo più totale.
Quel giorno me lo ricordo perfettamente, o almeno credo
.

Volavo,volai, o sorse semplicemente tentai di volare.)

Voglio essere quell’essere che essendo esistito tenta ancora di esistere.
Credo di essere in quell’essere che non sa se è davvero esistito, ma comunque continua ad esistere.




Quando un giorno scaverai dentro di te mia cara,
troverai quella te che mai avresti desiderato.
Ma che attendevi da tempo.

giovedì 11 febbraio 2010

Continua a essere ciò che non sei.


Ti senti grande,ma infondo non sai ancora niente.

Ti senti forte,ma sappi che ti spezzerai senza nemmeno accorgertene.

Ti senti tu,ma in cuor tuo,sai di non esserlo.


Ma guardati,cosa sei?.. chi sei?

Guardati. Non è te che vedrai riflessa in quello specchio.

giovedì 4 febbraio 2010

Il sonno e le sue perle di saggezza.

Ben tornata. Ritrovata la strada di casa? La fessura giusta?
Vuoi o no, sempre qui ritorni e lo farai sempre.


C’era una volta un poeta. Uno di quei pochi rimasti,vestiti per bene. Se ne andava su per i treni giornate intere, andata e ritorno. Lunghi e interminabili tragitti a contatto con gente che non aveva mai visto,e che sicuramente non avrebbe rivisto.
Cambiava casa,città,denaro,e treno,ogni giorno. Almeno ci provava,al massimo ogni settimana.
Stranamente lo incontrai diverse volte.
La prima volta,fu in un giorno di pioggia, ricordo il suo cappotto bagnaticcio e un libro fra le mani. Impacciato e sorridente,mi scivolò di fianco, come un getto d’aria ghiacciata.
L’ avevo di fronte,accomodato sopra un sedile,intento a leggere il suo libro.
Lo guardai per tutta la corse del treno. Modi bizzarri,parole calorose,sguardi attenti pronti a raccogliere ogni tipo d’informazione.
Non so perché ma decisi di convincermi che fosse un poeta.
Uno di quei pazzi che ricercano il mondo per trasmettere le stesse emozioni che provano loro nel vedere vibrare la fiamma di una candela.
La ricerca sfrenata,della parola giusta,del punto giusto, del attimo esatto.
E allora cominciai.

“C’era una volta un poeta, uno di quelli che ancora osano viaggiare per non si sa quale meta,
alla ricerca di un luogo perduto,troppo tempo fa.
Non si dava pace,perché non ricordava il nome,ne tanto meno il posto in se, di un luogo assai strano.o forse un semplice momento, questo non si capii,percepiva solo una sensazione, una di quelle che dopo anni ,ti fanno venire gli stessi brividi di sempre..”

-Signorina biglietto prego
-Abbonata.


“Maledizione ai controllori.. Comunque,stavo dicendo ? A si…un sensazione.
Bella, luminosa,chiara, però offuscata,trattava di un attimo d’infanzia che per poco sarebbe durato alla memoria dell’ormai stanco poeta.
Cerca, e ricerca. Ma, solo belle parole trovo il tizio. Parole, troppe parole,che non sapevano di niente. Giorni su giorni a credere in quel qualcosa che forse non era mai esistito.
Eppure lui lo ricordava, e mancava solo quello alla sua poesia.
Parole,o forse frasi, o forse rumori.
Per anni e anni sempre le stesse domande!
Solo un libro con se, e qualche soldo.
Quando in realtà quello che cercava lo aveva proprio li vicino a lui. O forse semplicemente era proprio lui. La vibrazione ricordata, era solo frutto del suo cambiamento.
Si sa in un età dai due anni in su si abbandona a poco a poco quell’incoscienza iniziale,e si comincia a parlare,camminare,ridere e a capire. E cosi proprio quel attimo di vita che nessuno di noi ricorda più,stava per abbandonare il povero poeta.
Viaggiava l’uomo,ma presto avrebbe dimenticato tutto,e mai avrebbe capito il dilemma che si portava nel cuore..”


-Arrivederci.

“..il Poeta se n’è andato ancora,attraverso quella porta blu del treno, tanto non ce la farai poeta, troppo semplice è il dilemma da scoprire.. oh bene sono arrivata alla mia fermata..”

-Arrivederci Signorina
-Arrivederci.


C’era una volta questo benedetto poeta,che solo una volta incontrai, e che di mestiere il poeta certamente non faceva.
Però c’era, e forse in quel momento il mio solito tragitto verso scuola sembrò più interessante.


Chiedo scusa per la banalità apparente,i pensieri del sonno mi hanno sempre affascinata.



(Io fotografa assai strana)

martedì 19 gennaio 2010

e se io, o sei t o semplicemente tutto.

Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi
le tue calzette rosse
e l'innocenza sulle gote tue
due arance ancor più rosse
e la cantina buia dove noi
respiravamo piano
e le tue corse, l'eco dei tuoi no, oh no
mi stai facendo paura.
Dove sei stata cos'hai fatto mai?
Una donna, donna dimmi
cosa vuol dir sono una donna ormai.
Ma quante braccia ti hanno stretto, tu lo sai
per diventar quel che sei
che importa tanto tu non me lo dirai, purtroppo.
Ma ti ricordi l'acqua verde e noi
le rocce, bianco il fondo
di che colore sono gli occhi tuoi
se me lo chiedi non rispondo.
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me
o mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me.
Le biciclette abbandonate sopra il prato e poi
noi due distesi all'ombra
un fiore in bocca può servire, sai
più allegro tutto sembra
e d'improvviso quel silenzio fra noi
e quel tuo sguardo strano
ti cade il fiore dalla bocca e poi
oh no, ferma, ti prego, la mano.

Dove sei stata cos'hai fatto mai?
Una donna, donna, donna dimmi
cosa vuol dir sono una donna ormai.
Io non conosco quel sorriso sicuro che hai
non so chi sei, non so più chi sei
mi fai paura oramai, purtroppo.
Ma ti ricordi le onde grandi e noi
gli spruzzi e le tue risa
cos'è rimasto in fondo agli occhi tuoi
la fiamma è spenta o è accesa?
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me
o mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me.
Il sole quando sorge, sorge piano e poi
la luce si diffonde tutto intorno a noi
le ombre ed i fantasmi della notte sono alberi
e cespugli ancora in fiore
sono gli occhi di una donna
ancora piena d'amore.

In quel momento ti ho amato, ci credi?
Non lo saprai mai.
Giuro.

mercoledì 13 gennaio 2010

Chi ti ama c'è sempre, c'è prima di te... c'è prima di conoscerti.


Trasformo l’aria in cenere grezza,e lei cammina,respira,parla,racconta,vive attraverso un reticolato di emozioni, che si disperde nella nostra quotidianità .
Se corri,riesci a vederla, se ti fermi, imparerai a sentirla. Un rumore, un brivido.
Voglio, per provare a camminare su una scia che nulla a che fare con me, riuscire a raccontarti chi sono e perchè adesso siamo qui.
Cresci,ma non smetti di correre.
Posti nuovi ,visi nuovi, parole e gesti nuovi. Cuore nuovo.
Voglia di provare qualcosa di nuovo,ma di non tralasciare troppo il vecchio.
Ne ho bisogno, ne ho bisogno come l’ossigeno.
E non capisco perché tutte le volte che ci penso, accade il miracolo.
Incontri una nuova parte di te,che ricorderai,che quasi sicuramente farà male, e che fino a quel momento speravi di non possedere.

“Voi donne siete mutevoli, pronte a catturare la vita a riempirvi di farfalle. Noi maschi siamo incolonnati lungo il vostro muro come lombrichi.”

Maledettamente vero,siamo pronte a darci fuoco da sole per viverci pienamente.
Siamo stupide,ingenue,forti e combattive allo stesso tempo.
Ma troppe volte dimentichiamo chi siamo,cosa vogliamo,cosa generiamo.
Adesso ho voglia di contare ogni granello di sabbia,e far passare il tempo.
Ancora,ancora,ancora.
E per una volta vorrei capire chi sei.




(momenti analoghi passati a scrivere parole senza senso.)

Citazione:Non ti muovere-Margaret Mazzantini

giovedì 7 gennaio 2010

Ricominciamo

“Mi mancava l’odore dei tuoi capelli, mi mancava averti tra le braccia. Mi mancavi tu.”



L’altra notte ho fatto un sogno, un sogno bello, intenso, intricato ma leggero, di cui poco ricordo e poco voglio ricordare. Sono sicura fosse bello ,perché svegliandomi, quel senso si smarrimento che ti porta un incubo, non ce l’avevo.
E’ cominciato un nuovo anno, una nuova data è stata scritta.
Eppure le giornate rimangono uguali,studio,lavoro,pausa,sonno,lavoro,studio.
Nessun buono proposito, nessuna meta,nessun fallimento. Voglia di superare un esame.
Un esame che con la scuola centra ben poco.
Un esame che riguarda me e la mia sciocca presunzione nel voler fare sempre, anche quando sembra che tutto non voglia.
Ne ho bisogno.
Comincio l’anno con poche parole, troppi pensieri, illusioni, impegni, troppi stimoli, o forse troppo pochi.
Chi lo sa.
Intanto cominciamo.
Spolveriamo la muffa qui dentro , il mio angolo bizzarro, non deve andarsene a puttane come il resto del mondo.