Uh che meraviglia! E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito. -Uno,nessuno e centomila -Luigi Pirandello

lunedì 22 febbraio 2010

riflessioni sull' amore.


<...Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante".>

"Cerchiamo l'amore e li comincia la nostra corsa.
Troviamo un modello, e lo rincorriamo per tutta la vita,senza renderci conto che in verità,la felicità che cerchiamo cresce dentro di noi,e si assembla con quello che ci circonda.
E proprio lì in quella percezione di tempo sprecato,
ci accorgiamo che tutto quello che cerchiamo disperatamente era accanto a noi.
I castelli di sabbia che avevano costituito in veste di una "vita migliore",sarebbero caduti da li a poco."

La divina commedia-Inferno- Canto V- Compito d'italiano. Il cappellaio s'interroga.


(Dante racconta, io rifletto.
Parole mie,mie,mie,mie. Sempre mie.
Solo mie!)

giovedì 18 febbraio 2010

Alter ego


Salve a te.

Stavo costruendo un castello di sabbia,in quel giorno d’agosto in cui face la neve.
Alzando la testa. il caldo afoso ed il sudore perforante, giù hai piedi il gelo più totale.
Quel giorno me lo ricordo perfettamente, o almeno credo
.

Volavo,volai, o sorse semplicemente tentai di volare.)

Voglio essere quell’essere che essendo esistito tenta ancora di esistere.
Credo di essere in quell’essere che non sa se è davvero esistito, ma comunque continua ad esistere.




Quando un giorno scaverai dentro di te mia cara,
troverai quella te che mai avresti desiderato.
Ma che attendevi da tempo.

giovedì 11 febbraio 2010

Continua a essere ciò che non sei.


Ti senti grande,ma infondo non sai ancora niente.

Ti senti forte,ma sappi che ti spezzerai senza nemmeno accorgertene.

Ti senti tu,ma in cuor tuo,sai di non esserlo.


Ma guardati,cosa sei?.. chi sei?

Guardati. Non è te che vedrai riflessa in quello specchio.

giovedì 4 febbraio 2010

Il sonno e le sue perle di saggezza.

Ben tornata. Ritrovata la strada di casa? La fessura giusta?
Vuoi o no, sempre qui ritorni e lo farai sempre.


C’era una volta un poeta. Uno di quei pochi rimasti,vestiti per bene. Se ne andava su per i treni giornate intere, andata e ritorno. Lunghi e interminabili tragitti a contatto con gente che non aveva mai visto,e che sicuramente non avrebbe rivisto.
Cambiava casa,città,denaro,e treno,ogni giorno. Almeno ci provava,al massimo ogni settimana.
Stranamente lo incontrai diverse volte.
La prima volta,fu in un giorno di pioggia, ricordo il suo cappotto bagnaticcio e un libro fra le mani. Impacciato e sorridente,mi scivolò di fianco, come un getto d’aria ghiacciata.
L’ avevo di fronte,accomodato sopra un sedile,intento a leggere il suo libro.
Lo guardai per tutta la corse del treno. Modi bizzarri,parole calorose,sguardi attenti pronti a raccogliere ogni tipo d’informazione.
Non so perché ma decisi di convincermi che fosse un poeta.
Uno di quei pazzi che ricercano il mondo per trasmettere le stesse emozioni che provano loro nel vedere vibrare la fiamma di una candela.
La ricerca sfrenata,della parola giusta,del punto giusto, del attimo esatto.
E allora cominciai.

“C’era una volta un poeta, uno di quelli che ancora osano viaggiare per non si sa quale meta,
alla ricerca di un luogo perduto,troppo tempo fa.
Non si dava pace,perché non ricordava il nome,ne tanto meno il posto in se, di un luogo assai strano.o forse un semplice momento, questo non si capii,percepiva solo una sensazione, una di quelle che dopo anni ,ti fanno venire gli stessi brividi di sempre..”

-Signorina biglietto prego
-Abbonata.


“Maledizione ai controllori.. Comunque,stavo dicendo ? A si…un sensazione.
Bella, luminosa,chiara, però offuscata,trattava di un attimo d’infanzia che per poco sarebbe durato alla memoria dell’ormai stanco poeta.
Cerca, e ricerca. Ma, solo belle parole trovo il tizio. Parole, troppe parole,che non sapevano di niente. Giorni su giorni a credere in quel qualcosa che forse non era mai esistito.
Eppure lui lo ricordava, e mancava solo quello alla sua poesia.
Parole,o forse frasi, o forse rumori.
Per anni e anni sempre le stesse domande!
Solo un libro con se, e qualche soldo.
Quando in realtà quello che cercava lo aveva proprio li vicino a lui. O forse semplicemente era proprio lui. La vibrazione ricordata, era solo frutto del suo cambiamento.
Si sa in un età dai due anni in su si abbandona a poco a poco quell’incoscienza iniziale,e si comincia a parlare,camminare,ridere e a capire. E cosi proprio quel attimo di vita che nessuno di noi ricorda più,stava per abbandonare il povero poeta.
Viaggiava l’uomo,ma presto avrebbe dimenticato tutto,e mai avrebbe capito il dilemma che si portava nel cuore..”


-Arrivederci.

“..il Poeta se n’è andato ancora,attraverso quella porta blu del treno, tanto non ce la farai poeta, troppo semplice è il dilemma da scoprire.. oh bene sono arrivata alla mia fermata..”

-Arrivederci Signorina
-Arrivederci.


C’era una volta questo benedetto poeta,che solo una volta incontrai, e che di mestiere il poeta certamente non faceva.
Però c’era, e forse in quel momento il mio solito tragitto verso scuola sembrò più interessante.


Chiedo scusa per la banalità apparente,i pensieri del sonno mi hanno sempre affascinata.



(Io fotografa assai strana)